Michele è morto e Mimì, suo padre, non riesce a darsi pace per quel figlio che ha deciso di togliersi la vita così giovane. E da boss della Sacra non chiede altro che vendetta per questa morte che non riesce ad accettare. Come non può accettarla Arianna, la figlia rimasta, che vede tutto il suo mondo scivolare via: la sua famiglia sta implodendo su sé stessa, suo fratello non c’è più e lei anela una libertà che finora ha solo sfiorato.
«Quello non è suo padre, non più. E quell’altra non è sua madre, non più. Niente può essere uguale a prima se sulla strada davanti casa c’è la macchia lasciata da tuo figlio. O da tuo fratello. Anche lei, ormai, non è più lei. Non sa cos’è».
Ma la morte di Michele reclama vendetta e allora lo sguardo di Andrea Donaera si allarga e include Nicole. Anche lei è solo una ragazzina ma ha un errore fatale alle spalle: ha rifiutato l’amore di Michele e tanto basta per farla diventare agli occhi di Mimì la causa di quella morte inaccettabile. E in un contesto come quello gli errori si pagano col sangue.
Nicole viene quindi consegnata a Veli, il ragazzo che per qualche giorno le farà da carceriere nella casa abbandonata tra la più impenetrabile delle campagne salentine, in attesa che Mimì decida come risolvere il problema. Tra Veli e Nicole nascerà un’intesa perché per lui sarà l’occasione di ricordare quell’amore che ha solo accarezzato senza mai avere tutto per sé, quello per Arianna. Cosa ne sarà di Nicole? Riuscirà Mimì a mantenere il controllo sulla situazione? E perché Veli e Arianna non possono amarsi liberamente?
«“Questo posto potrebbe essere meno schifoso. Ma tu, invece di provare a non aumentare lo schifo, te ne fotti. E sullo schifo metti altro schifo”. Sembra stia parlando della mia vita. Resto zitto».
Io sono la bestia è l’esordio di Andrea Donaera come romanziere, uno di quelli che lasciano il segno e fanno intravedere grandi potenzialità, in cui viene raccontata una storia cupa e violenta dove la speranza è un concetto che non sfiora minimamente le vite dei nostri protagonisti, anime disperate che non hanno più nulla da chiedere. Un testo a quattro voci che con un ritmo serrato svela gli orrori nascosti sotto la superficie di una famiglia a suo modo perfetta ma che trasforma in veleno tutto quel che tocca.